Valbondione

Portale Web del Comune di Bergamo – Valle Seriana Bundiù (Bungiù)

Valbondione è un comune italiano in provincia di Bergamo in Lombardia situato in Valle Seriana, dista circa 52 chilometri a nord-est dal capoluogo orobico BERGAMO.

 

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Popolazione Residente
1.065 (M 530, F 535)
Densità per Kmq: 11,2
Superficie: 95,30 Kmq
Codici
CAP 24020
Telefonico Prefisso 0346
Codice Istat 016223
Codice Catastale L544
Informazioni
Denominazione Abitanti valbondionesi
Santo Patrono San Lorenzo
Festa Patronale 10 agosto
Etimologia (origine del nome)
E’ un composto di valle e Bondione, nome del torrente. Bondione potrebbe riflettere un bondiglione, dal lombardo bonda, conca.
Cosa visitare a Valbondione:
WebCam a Valbondione:

 

Località e Frazioni di Valbondione
Comuni Confinanti

MERCATI SETTIMANALI

Valbondione Via Torre Capoluogo di Bondione martedi  (dal 01/07al 31/08) 18 Banchi
Valbondione Via Torre Capoluogo di Bondione martedi 19
Valbondione Frazione Lizzola Via Manina sabato 6
Valbondione Frazione Lizzola Via Manina sabato (dal 01/07al 31/08) 7

 

 

CENNI STORICI:

Poche sono le informazioni storiche riguardanti questo comune montano. Recenti studi farebbero risalire l’origine dei primi insediamenti all’epoca romana. Pare difatti che le miniere di ferro, scoperte nella zona di Lizzola proprio in quel periodo, avessero portato un ingente numero di schiavi (i cosiddetti Damnata ad Metallam), le cui abitazioni avrebbero appunto creato il primo agglomerato urbano.

 

Il passo della Manina, storico collegamento con la val di Scalve

Nei secoli successivi alla caduta dell’impero romano, la zona venne abitata da gruppi di persone che si spinsero fin qui per trovare scampo alle scorrerie ed alle incursioni delle tribù guerriere che imperversavano nei fondovalle.

Difatti i primi nuclei sparsi vennero costituiti in posizioni elevate, come testimoniano i primitivi borghi di Lizzola, Redorta e Maslana, abbarbicati sulle pendici dei monti della zona, lasciando solo sparuti insediamenti nel fondovalle.

Tuttavia in seguito a forti dissesti geologici occorsi in epoche antiche, non si sa se provocati da frane o addirittura da un terremoto, le borgate di Maslana e Redorta furono distrutte. In quest’ultima sono tutt’ora visibili i resti dei vecchi insediamenti crollati, tra cui alcune antiche baite e la piccola chiesetta.

Di conseguenza, a partire dall’epoca medievale, la popolazione si trasferì progressivamente sul fondovalle, in zone diventate sicure. Sorsero quindi numerosi agglomerati che crebbero fino a diventare contrade, che ben presto si raggrupparono in tre entità distinte tra loro: Bondione, Lizzola e Fiumenero.

Da sempre posti in una posizione defilata, i borghi che compongono il comune non hanno mai vissuto sul proprio territorio episodi storici di rilievo, “subendo” le trasformazioni politiche che avvenivano nel resto della provincia o della regione.

Il primo documento che riguarda questa zona è datato 957, nel quale l’imperatore Ottone II di Sassonia concedeva la val Seriana e la valle Bondione in feudo alvescovo di Bergamo. Il feudalesimo si radicò ulteriormente dall’XI secolo, quando Valbondione venne assegnata ad un console, che aveva notevoli poteri sugli abitanti.

 

Atto di vendita, risalente al 1387, riguardante abitanti di Lizzola (dall’archivio Pietro Pensa)

Per gran parte del periodo medievale tutti i piccoli centri della Valle Bondione, gravitarono costantemente sia in campo amministrativo che in quello religioso nell’ambito della Val di Scalve. Nonostante questa fosse posta sull’opposto versante orografico e raggiungibile soltanto tramite il passo della Manina ed il passo di Bondione, entrambi posti lungo angusti sentieri, legò a sé questi territori nell’istituzione denominata Comunità Grande di Scalve, facendoli inoltre dipendere dalla chiesa prepositurale di Vilminore.

I primi privilegi concessi risalgono al 1202, come testimoniato dal documento in cui Bondelione ottenne dalla Comunità di Scalve la possibilità di amministrare in modo autonomo la decima parte dei beni complessivi dell’istituzione. Ed è per questo motivo che in documenti successivi il borgo di Bondione venne chiamato con il nome di Dieci Denari.

Il XIV secolo fu un periodo molto denso di avvenimenti, dal momento che anche qui si verificarono scontri tra le opposte fazioni di guelfi e ghibellini, che portarono lutti e devastazioni tra la popolazione. Altro evento infausto fu la pestilenza verificatasi nel1361, che ridusse notevolmente il numero degli abitanti.

Uno spaccato della vita quotidiana di quel periodo è garantito da numerosi documenti, custoditi nell’archivio Pietro Pensa, nei quali sono documentati atti volti a regolamentare compravendite o redimere questioni tra gli abitanti.

Nel 1427 Valbondione, con un atto di sottomissione, venne inclusa nei possedimenti di terra della Repubblica di Venezia che per contro, concesse numerosi sgravi e benefici alla zona. Con la Serenissima ritrovò nuovo impulso lo sfruttamento delle miniere di ferro della valle Bondione, che creò ulteriori opportunità nell’indotto grazie all’apertura di due forni di fusione presso le contrade Torre e Gavazzo, nei pressi di Fiumenero.

A livello amministrativo, nel 1516 i borghi della valle Bondione entrarono a tutti gli effetti a far parte del Gran Consiglio di Scalve, rimanendovi legate per oltre due secoli.

Tuttavia le varie comunità di Lizzola, Bondione (o Dieci Denari) e Fiumenero cominciarono a spingere affinché venisse loro riconosciuta anche l’autonomia amministrativa, situazione che si verificò contestualmente al passaggio dalla Serenissima alla napoleonica Repubblica Cisalpina, avvenuto nel 1797.

 

L’antico borgo di Maslana, recentemente ristrutturato

In questo ambito Lizzola, Dieci Denari e Fiumenero vennero inclusi nel Circondario di Clusone, anche se già nella successiva riorganizzazione territoriale del 1805 vennero tutti e tre raggruppati nell’entità denominataValbondione, che dal 1809 venne a sua volta aggregata al comune di Castione. Ricostituito dopo due anni, nel1812 venne nuovamente aggregato, questa volta a Gandellino.

In seguito alla Restaurazione del 1816, l’intera regione passò all’austriaco Regno Lombardo-Veneto, che definì nuovamente i confini ripristinando i tre comuni precedenti.

L’ultimo passo fu quello di svincolarsi dalla valle di Scalve anche in ambito religioso, passando dalla vicaria foranea di Scalve a quella di Ardesio, avvenuto nel 1852.

Il periodo compreso tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XX vide un periodo molto florido per il paese, con la popolazione che crebbe dai 513 residenti del 1776 ai 737 del 1805, raggiungendo quota 1106 nel 1853 e 1405 nel 1871. Il tutto grazie alle molteplici possibilità di lavoro che il territorio offriva: oltre alle miniere, costantemente utilizzate anche dopo l’età veneta, ed al relativo indotto ad esse legate, vi erano anche le professioni di boscaiolo e carbonaio.

A ciò si aggiunsero anche i lavori di costruzione dello sbarramento del fiume Serio a monte dell’abitato che, portati a compimento negli anni tra il 1920 ed il 1930, garantirono il funzionamento di una centrale idroelettrica posta in località Dossi.

La vita del comune continuò fino al 1927, anno in cui il regime fascista, nell’ambito di un’opera di soppressione dei piccoli centri in favore dei più grandi, decise la fusione di Bondione e Fiumenero, andando a formare l’attuale Valbondione[3].

Tuttavia a partire dal termine della prima guerra mondiale cominciò ad entrare in crisi l’industria estrattiva, con pesanti ripercussioni sulla vita degli abitanti. Gli anni seguenti videro infatti una progressiva diminuzione della popolazione che, dopo aver raggiunto le 2.002 unità rilevate nel censimento del 1931, scese fino alle 1.085 del2011.

Soltanto nella seconda parte del XX secolo il territorio comunale venne interessato da un notevole sviluppo edilizio dovuto all’incremento dell’industria turistica, grazie alla presenza di piste da Sci alpino e sci di fondo, ma anche agli itinerari naturalistici ed alla tranquillità del posto.

ITINERARI DI VALBONDIONE:

Numerosi sono gli itinerari naturalistici che il paese offre. Su tutti è d’obbligo citare il Sentiero delle Orobie, traccia dalla rilevanza extra-provinciale, che transita per un lungo tratto sul territorio comunale e che tocca ben quattro rifugi alpini: il Baroni al Brunone, il Merelli al Coca, il Curò ed il rifugio UEB-Consoli. Al di fuori di questo itinerario molto frequentato, vi sono anche il Rifugio Barbellino, presso l’omonimo lago, ed il “Goi del ca”, posto in località Maslana. Tutti possono essere considerati punti d’arrivo o base per escursioni più impegnative sulle innumerevoli vette presenti.

Tra le altre tracce merita menzione anche il Sentiero Naturalistico Antonio Curò, che collega il Rifugio Curò al Passo del Vivione, in Val di Scalve, attraversando zone poco frequentate e ricche di fauna (tra cui camosci, stambecchi, marmotte e mufloni) e flora (genepì, stelle alpine, genziane, genzianelle e cardi) autoctona protetta.

Molto caratteristico inoltre è il borgo di Maslana che, ricostruito nel secolo scorso dopo un incendio, mantiene intatte tutte le caratteristiche del borgo alpino. Posto su un’altura rocciosa alla base del monte Pinnacolo e che sovrasta il fondovalle, è raggiungibile solo a piedi con circa 30 minuti di cammino, e nei periodo primaverili permette l’avvistamento di stambecchi, che si spingono fino ai margini delle abitazioni. Caratteristiche simili anche per il borgo di Redorta, situato sulle pendici dell’omonimo monte, che si presenta tuttavia in stato di abbandono dopo un grave dissesto geologico occorso secoli or sono.

 

Il rifugio Antonio Curò

Sempre in ambito turistico, di grande impatto sono le cascate del fiume Serio. Queste si sviluppano dal Lago del Barbellino, dove la centrale E.N.E.L. per cinque volte all’anno (sempre nel periodo estivo) libera l’acqua in quello che era il suo originale corso (prima della creazione della centrale stessa), per un triplice salto di ben 315 metri.

Uno spettacolo a cui ogni volta assistono migliaia di persone, per quelle che sono le cascate più alte d’Italia, e le seconde in Europa. Interessanti sono anche altri piccoli salti d’acqua, come quello del torrente Bondione a valle di Lizzola, quelli delle valli di Coca e di Fuga, così come il “Gorgo del Cane” ed il “Gorgo dei Fondi”, creati da un salto del Serio tra Maslana e Beltrame.

In ambito architettonico merita menzione anche la chiesa parrocchiale, dedicata a San Lorenzo. Edificata nel corso del XIV secolo, ma rifatta completamente nel XVII secolo, custodisce opere pittoriche di buon pregio, tra le quali unaMadonna con Bambino e Santi Sebastiano, Lorenzo e Rocco di scuola del Moroni, ed una Vergine con Bambino San Domenico e Santa Caterina di Domenico Carpinoni.

Anche le chiese parrocchiali di Fiumenero, dedicata a Sant’Antonio Abate, e di Lizzola, intitolata a San Bernardino da Siena, possiedono opere rispettivamente del Carpinoni e dell’Albrici.

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CONSORZIO TURISTICO VALBONDIONE
Sede legale: via Beltrame, 34
Sede operativa: Via Pacati, 24020 Valbondione (BG)
Tel e Fax: 0346 44665

NUOVA LIZZOLA Società cooperativa sociale – ONLUS
Via San Lorenzo, 4 – 24020 Valbondione (BG) – Italia
Telefono 0346 44665

Numeri utili GENERALI

Carabinieri

112

Polizia Stradale

035.276.300

Polizia di Stato

113

Polizia Locale (centrale operativa) 

035.399.559

Vigili del Fuoco

115

Protezione Civile

035.399.399

Guardia di Finanza

117

Chiamata urgente su n° occupato 

4197

Corpo Forestale

1515

Pronto intervento ASM

800.014.929

Emergenza Sanitaria

118

Guasti fognature, acqua e gas   

035.216.162

Guardia medica

035.455.51.11

Enel (guasti luce) 

803.500

ATB     

035.236.026

Radio Taxi       

035.451.90.90

Pubblicato in Alta ValSeriana, MERCATI SETTIMANALI PROVINCIA BERGAMO, PROVINCIA BERGAMO, Sabato Mercati Bergamo e Valle Seriana

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