DESCRIZIONE
Ranzanico
Portale Web del Comune di Bergamo Val Cavalina Ransanìch ( i gosatì ) – i patatì – i calivrù
Ranzanico è un comune bergamasco in provincia di Bergamo in Lombardia posto sulla sponda orografica destra dell’alta Val Cavallina, è esteso per 7,04 km² e si sviluppa a quote comprese tra i 337 m s.l.m., rilevati in corrispondenza della superficie del lago di Endine ed i 1.369 m s.l.m. rappresentati dalla vetta del Monte Sparavera.
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Popolazione Residente | |
1.207 (M 606, F 601) Densità per Kmq: 171,4 Superficie: 7,04 Kmq |
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Codici | |
CAP | 24060 |
Telefonico | Prefisso 035 |
Codice Istat | 016179 |
Codice Catastale | H177 |
Informazioni | |
Denominazione Abitanti | ranzanicesi |
Santo Patrono | Santa Maria Assunta |
Festa Patronale | 15 agosto |
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CENNI STORICI
Il territorio di Ranzanico è posto sulla sponda orografica destra dell’alta Val Cavallina, è esteso per 7,04 km² e si sviluppa a quote comprese tra i 337 m s.l.m., rilevati in corrispondenza della superficie del lago di Endine ed i 1.369 m s.l.m. rappresentati della vetta del Monte Sparavera. Il centro storico, “ol Volt” (l’alto) è situato a mezza costa su di un terrazzo morfologico formatosi per il passaggio del ghiacciaio dell’Adamello durante le diverse fasi di glaciazione, ad una quota superiore ai 500 m s.l.m. mentre “ol Bass” (il basso) si sviluppa lungo la costa del lago di Endine ed è formato da due principali nuclei abitativi: quello della Madrera, costruito sul sedime di un conoide originatosi da una frana che ha coinvolto il centro del terrazzo morenico e quello del Dosso, ora Villaggio Angela Maria, posto sul conoide creato dai detriti provenienti, principalmente, dalla Valle Spineda, posta sul confine con il Comune di Spinone al Lago. Altri insediamenti significativi sono situati in località San Bernardino, con Sant’Anna, posto sull’antica strada che tuttora conduce a Endine Gaiano, uno presso le Cole, poste tra il centro storico ed il Villaggio ed un ultimo alle Crote, poste tra il Villaggio e la località Madrera.
Geomorfologia
Il paese di Ranzanico è posto alle pendici del Monte Quaranta, toponimo ormai dimenticato, ma rimasto nel linguaggio parlato con il solo termine “Mut” (Monte); il versante presenta tre vette principali: il Monte Plér 1.051 m s.l.m., il Monte Pizzetto, 1.208 m s.l.m. ed il Monte Sparavera, posto a 1.369 m s.l.m. La parte superiore ai 950 m s.l.m. È caratterizzata da dolci colli e da depressioni di origine carsica (doline); la fascia sottostante, che giunge a ridosso del terrazzo morfologico, è rappresentata da un declivio con pendenza accentuata, ricoperto da boschi di latifoglie, che si sviluppano su detriti di roccia calcarea. Il terrazzo e la parte che digrada verso il lago, è caratterizzata, invece, da pendenze più dolci che ne hanno consentito la coltivazione, grazie anche alla lavorazione del versante in caratteristici terrazzamenti.
Geologia
La geologia del territorio risulta molto semplice, poiché rappresentata da due sole formazioni rocciose principali: il Calcare di Zorzino e l’Argillite di Riva di Solto. In alcune zone, si possono notare affioramenti di Porfirite. Il Calcare di Zorzino, che rappresenta la formazione predominante, si può osservare in forma stratificata oppure come falda detritica che, in alcuni punti, si presenta cementata a causa dello scioglimento del calcare da parte dell’acqua meteorologica che, successivamente, viene depositato negli strati sottostanti, aggregando così i vari clasti che compongono il conglomerato.
Il paesaggio
L’interazione tra le differenti componenti climatiche e geologiche, connesse alle millenarie attività antropiche ha portato il territorio di Ranzanico a dotarsi di una diversità paesaggistica davvero invidiabile, garantendo, nel contempo, un elevato grado di biodiversità. Dal basso verso l’alto si annoverano: l’ambiente lacustre, il canneto, residui di boschi igrofili (pioppo bianco e salice), i prati da fienagione, boschi termofili (carpino nero, orniello, roverella e, a quote più elevate, sorbo montano, faggio, acero di monte e frassino maggiore), i macereti, le rupi, i pascoli e le praterie seminaturali.
Fino a pochi decenni or sono, il territorio posto nei pressi degli abitati era caratterizzato da campi coltivati a vite, frutta (soprattutto pesche) e cereali (mais, frumento, orzo), ma, ora, a seguito dell’abbandono e dell’incuria dell’uomo, i terreni un tempo curati stanno subento un lento e inesorabile processo di ricolonizzazione adoperato da specie vegetali quali rovo, clematide, rosa canina, nocciolo, che porteranno ad un successivo imboschimento.
Il paese negli ultimi anni ha conosciuto un notevole sviluppo turistico-residenziale, soprattutto verso il fondo valle, sacrificando gli antichi terrazzamenti produttivi, che caratterizzavano i suoi declivi.
Risale al XIV secolo la costruzione della torre in pietra che sovrasta l’attuale piazza del paese e che, probabilmente, servì al controllo dei traffici sull’antica via di comunicazione che, da Bergamo (Via Bianzana) conduceva a Bianzano (passando sulla sponda orografica sinistra della bassa Valle Seriana e della Valle Rossa) e da qui continuava attraversando Ranzanico ed Endine Gaiano, per arrivare sino a Sovere, nella Valle Borlezza e alla successiva Valle Camonica. La Torre fu costruita dalla nobile famiglia dei Fabii e, per questo, fu chiamata Turrim de Fabiis, la Torre dei Fabii; nel 1520 la famiglia risulta proprietaria di una “casa cortivata, turrita, cilterata, porticata e ricoperta di piode” (Casa dotata di corte, torre, silter – stanza con soffitto a volta, utilizzata per stagionare prodotti agricoli come salumi e formaggi – portico e ricoperta di pietre.
È probabile che la torre facesse parte di una struttura fortificata ben più complessa, come ad esempio un fortilizio o un castello e della quale si possono osservare le tracce a lato di via Silvio Pellico, dove, accanto alla torre, sorge un edificio caratterizzato da mura con pietre bugnate e da un portale in pietra in stile gotico.
La presenza di un castellano a Ranzanico, documentata nel XV secolo, suffraga questa ipotesi.
Una credenza popolare vuole che il borgo originario fosse posizionato tra l’attuale abitato e quello di San Bernardino, ma che scomparve a causa di un imponente movimento franoso; i toponimi “Càp del Castèl” (Campo del Castello) e “La Tor” (La Torre) che individuano un terreno posto nei pressi della paleofrana, sopra la quale sarebbe sorto il paese, connesso al ritrovamento di fondamenta di edifici antichi, durante scavi fatti nella stessa zona, potrebbero confermare questa ipotesi. Il castello potrebbe essere stato costruito nel X secolo a difesa dell’invasione degli Ungari e distrutto nel 1452 su ordine della Repubblica di Venezia che, una volta conquistato il territorio bergamasco, fece atterrare le strutture militari.
Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]
La chiesa parrocchiale, eretta nel 1476 ma riedificata nel 1786, è dedicata a santa Maria Assunta e presenta quadri di Palma il Giovane, di Enea Salmeggia, di Antonio Cifrondi e Vincenzo Angelo Orelli.
Risale, invece, alla seconda metà del XV secolo la costruzione dell’oratorio di San Bernardino. La sua edificazione fu finanziata da una ricca famiglia del paese, i Gardoni, che, in Ranzanico, possedevano molte proprietà. È documentato che il monaco senese fece visita ai paesi di Gandino e di Lovere ed è perciò molto probabile che, per raggiungere i due paesi, transitò anche per Ranzanico. Ciò spiegherebbe la fervida devozione che gli abitanti hanno per questo santo.
ITINERARI DI RIVA DI SOLTO
Architetture religiose
Interessanti sono alcuni edifici religiosi, tra cui spicca la parrocchiale, dedicata a San Nicola Vescovo. Le prime tracce di questa chiesa risalgono addirittura all’XI secolo, anche se l’attuale costruzione venne edificata nel corso del XVIII secolosu progetto di Bernardo Fedrighini da Predore. Ampliata successivamente, custodisce, nella sua struttura a tre navate, statue, dipinti ed affreschi di Pilati, di Antonio Cifrondi e di Enea Salmeggia. Notevole è l’organo, opera di Adeodato Bossi.
Merita menzione anche la chiesetta di San Rocco, edificata nel 1530 per un voto della popolazione durante un’epidemia di peste. Posta a sud dell’abitato, è dotata di un portale in pietra di Sarnico e di preziosi dipinti. Ancor oggi vi si effettuano pellegrinaggi ogni 16 agosto, in occasione della festività del santo.
Architetture civili
La memoria del periodo medievale si conserva nel paese grazia alla presenza di numerosi edifici risalenti a quel periodo: in località Zorzino, posto su un’altura, si può trovare un castello e, dislocate sul territorio, anche cinque torri, di cui una accanto alla parrocchiale ed altre tre nel centro storico, nonché alcuni resti di una fortificazione che cingeva il paese.
Degni di nota sono anche Palazzo Martinoni e Palazzo Polini. Il primo, situato all’inizio dell’abitato, possiede un cortile con un porticato dotato di affreschi. Un tempo possedeva anche un ricco giardino, staccato poi dal resto del complesso dopo la costruzione della strada che costeggia la riva del lago. Il secondo, caratterizzato da un portico con affreschi, risale al XVI secolo, ed originariamente era utilizzato come monastero. La struttura primitiva su cui venne costruito il palazzo faceva parte dell’antica fortificazione del paese, ed era dotata di un grande giardino con attracco diretto dal lago.
Sempre in località Zorzino, ma questa volta sulla riva del lago, una tappa d’obbligo merita l’orrido del Bogn. Vi si giunge a piedi, partendo da Riva di Solto e procedendo lungo la strada rivierasca in direzione di Lovere (circa 10 minuti a piedi). Il Bogn costituisce una delle sorprese naturalistiche di maggiore valore del Sebino. Proseguendo dal Bogn in auto verso il paese di Castro e la cittadina di Lovere, il percorso interamente scavato nella roccia e a picco sulle acque offre scorci e paesaggi di particolare emozione.
VIDEO
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